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Negli anni ’60, Gianni Piacentino iniziò a costruire sculture angolari e metalliche ispirate alla velocità e al design industriale. Pur presentando affinità visive con l’arte minimalista, le sue opere si distinguono per l’interesse verso ciò che lui chiama “l’estetica della tecnologia”. Le sculture metalliche, con linee taglienti e finiture eleganti, richiamano prototipi di automobili, biciclette e dispositivi volanti. Attraverso colori opachi e metallici, evocano il design automobilistico degli anni ’60, che utilizzava colore e linea per esprimere velocità e movimento.